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▓▓Italiano esclusivo ▓▓

به معنای اختصاصی ایتالیایی؛ مختص به زبان ایتالیا ست و صرفاً جهت تمرین آموزشگاه و درخواست متن اصیل زبان ایجاد شده!
امیدوارم بهره لازم را ببرید=*)
 
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    Le lingue contro l’Alzheimer
    Chi desidera mantenere la mente in forma, dovrebbe imparare le lingue. La conoscenza delle lingue straniere può aiutare a scongiurare il pericolo della demenza senile. Questo dato emerge da alcuni studi scientifici, secondo i quali non ha importanza a che età si impara una lingua. La cosa davvero importante è che il cervello venga costantemente allenato. L’apprendimento dei vocaboli attiva diverse aree cognitive. Queste regioni dirigono importanti processi cognitivi. Per questo motivo, i poliglotti sarebbero più attenti e riuscirebbero a concentrarsi meglio. Comunque, parlare molte lingue presenta altri vantaggi. I poliglotti riuscirebbero anche a prendere meglio le decisioni, arrivando prima alla conclusione. Questo vuol dire che il loro cervello ha imparato ad operare per selezione, avendo sempre a disposizione almeno due concetti per riferirsi ad una cosa. Ognuno di questi concetti rappresenta un’opzione possibile. Inoltre, i poliglotti sono inclini a prendere decisioni definitive. Il loro cervello è allenato a scegliere fra più soluzioni; questo allenamento non migliora soltanto il centro della parola, poiché sarebbero molte le aree del cervello a trarre vantaggio dal poliglottismo. La conoscenza delle lingue aiuta ad esercitare anche un migliore controllo cognitivo. E, sebbene non possa essere un rimedio integrale contro l’Alzheimer, nei poliglotti la malattia presenterebbe un decorso più lento. Il loro cervello sembrerebbe reagire meglio alle conseguenze della patologia ed i sintomi della demenza si presenterebbero in modo più flebile in coloro che studiano le lingue. La perdita di memoria e lo stato confusionale sarebbero meno frequenti. In poche parole, imparare le lingue apporta dei benefici tanto ai giovani quanto ai non più giovani. E poi, dopo aver imparato una lingua, impararne un’altra diventa subito più semplice. Piuttosto che ricorrere ai farmaci, utilizziamo il vocabolario!
     

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    Tutte le nostre lingue vengono dall’Africa?
    Non tutti sono stati in Africa nella propria vita. Eppure sembrerebbe che tutte le lingue fossero già parlate in questo continente. E’ quanto affermano alcuni studiosi, secondo i quali l’origine di tutte le lingue è da ricondursi all’Africa. Da lì, esse si sarebbero diffuse in tutto il mondo. Si contano più di 6000 lingue e tutte potrebbero avere una radice comune africana. I ricercatori hanno comparato i fonemi - unità minime differenzianti dei significati - delle diverse lingue. Se cambia un fonema, cambia anche il significato di una parola. Un esempio tratto dall’inglese può aiutarci a capire meglio. In inglese dip e tip indicano due cose diverse. Pertanto, /d/ e /t/ sono due fonemi diversi. Questa varietà fonetica si presenta più spesso nelle lingue dell’Africa e diminuisce considerevolmente quando ci si allontana da questo continente. I ricercatori ritengono che la prova della validità delle proprie tesi risieda proprio in questo fatto: le popolazioni che si espandono diventano più uniformi. La variabilità genetica diminuisce lungo i confini esterni. Ciò dipende dal fatto che anche il numero dei “colonizzatori” di quelle aree diminuisce e, meno geni emigrano, più la popolazione diventa uniforme. Le possibilità che i geni si combinino tra di loro divengono sempre minori e questo spiega la somiglianza dei membri di una popolazione emigrata altrove. Gli studiosi definiscono questo fenomeno “principio del fondatore”. Quando gli uomini hanno lasciato l’Africa, hanno portato con se la propria lingua. Minori sono i colonizzatori, minori sono i fonemi che essi portano altrove. Così, nel corso del tempo alcune lingue sono rimaste più uniformi. Che l’Homo Sapiens provenga dall’Africa sembra ormai un dato di fatto … chi sa se si possa dire lo stesso per la lingua da lui parlata.
     

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    Gli Alfabeti
    Le lingue permettono di comprendersi. Agli altri comunichiamo ciò che pensiamo o sentiamo. Anche la scrittura ha questa funzione e di essa si avvale la maggior parte delle lingue. La scrittura è contraddistinta da segni grafici, che possono sembrare diversi fra loro. Molti sistemi di scrittura sono composti da lettere e vengono definiti alfabeti. L’alfabeto è un insieme ordinato di segni grafici, associati alle parole in base a determinate regole. Ad ogni segno grafico corrisponde una determinata pronuncia. Il termine alfabeto viene dal greco, da alfa e beta, le prime due lettere. Nella storia esistono tantissimi alfabeti. Già più di 3000 anni fa gli uomini utilizzavano sistemi di scrittura. In un primo momento, le lettere rappresentavano simboli magici di cui soltanto poche persone conoscevano il significato. Successivamente, i segni grafici hanno perso il proprio valore simbolico. Oggi le lettere non hanno più alcun significato; solo associate ad altre acquistano un significato. I sistemi di scrittura come quello cinese seguono una logica diversa. I caratteri assomigliano a delle figure, che spiegano il significato delle parole. Quando scriviamo, codifichiamo il nostro pensiero. Utilizziamo dei segni grafici per mettere per iscritto le nostre conoscenze. Il nostro cervello ha imparato a decifrare l’alfabeto. Così, i segni grafici diventano parole e le parole si trasformano in idee. In questo modo, il testo potrà sopravvivere per secoli. Ed essere compreso, naturalmente …
     

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    La Giornata Internazionale della Lingua Madre
    Amate la vostra lingua madre? Allora in futuro dovreste festeggiarla. Il 21 febbraio! Questa è la data della giornata internazionale della lingua madre, che dal 2000 si celebra ogni anno. E’ stata indetta dall’UNESCO, un’organizzazione delle Nazioni Unite che si occupa di aree come la scienza, l’educazione e la cultura. L’UNESCO ha l’obiettivo di tutelare il patrimonio culturale dell’umanità. Anche le lingue rientrano nel patrimonio culturale e devono essere oggetto di tutela, attenzione e promozione. Il 21 febbraio si celebra, pertanto, la diversità linguistica. Si stima che nel mondo esistano da 6000 a 7000 lingue, la metà delle quali rischia di estinguersi. Ogni due settimane una lingua scompare per sempre. Ciascuna lingua costituisce un enorme tesoro di conoscenze nonché la sintesi delle cognizioni di un dato popolo. La storia di una nazione si rispecchia nella propria lingua e le esperienze e le tradizioni trovano espressione attraverso di essa. Pertanto, la lingua madre è la componente essenziale di ogni identità nazionale. Se una lingua si estingue, si perde molto più che le semplici parole. Tutto questo viene ricordato il 21 febbraio, perché le persone comprendano l’importanza delle lingue e riflettano su ciò che possono fare per tutelare la diversità linguistica. Mostrate alla vostra lingua che è davvero importante per voi! Magari potreste festeggiarla preparandovi un dolce, una torta con le scritte fatte di zucchero … Naturalmente nella vostra lingua madre!
     

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    Le lingue e i dialetti
    Si calcola che le lingue parlate nel mondo siano oggi tra 6000 e 7000. Il numero dei dialetti è naturalmente ancora più elevato. Qual è però la differenza fra lingua e dialetto? I dialetti assumono sempre la connotazione specifica di un luogo. Appartengono alle varietà linguistiche regionali e si identificano come forme verbali meno diffuse. Normalmente essi vengono parlati ma non scritti e generano un proprio sistema linguistico, di cui seguono le regole. In teoria, per ogni lingua possono esserci tanti dialetti. In cima a tutti i dialetti si trova la lingua standard, compresa da tutte le persone che vivono in un paese. I parlanti di dialetti distanti tra loro possono conversare usando la lingua standard. Quasi tutti i dialetti stanno perdendo la propria importanza. Nelle città è raro sentire parlare il dialetto ed anche a lavoro si parla per lo più la lingua standard. Pertanto, coloro che parlano il dialetto vengono spesso scambiati per gente di campagna, magari poco istruita. Questi parlanti sono collocati in tutti gli strati sociali e non sono meno intelligenti degli altri. Al contrario! Chi parla il dialetto ha molti vantaggi, per esempio nell’apprendimento delle lingue, sa che esistono diverse forme linguistiche ed impara a passare rapidamente da uno stile oratorio ad un altro. Chi parla il dialetto ha quindi una maggiore competenza nelle variazioni linguistiche e sa già quale stile oratorio adottare in ogni situazione. Di ciò esistono anche prove scientifiche. Allora, forza, imparate il dialetto! Ne vale la pena.
     

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    Gli internazionalismi
    La globalizzazione riguarda anche la lingua. Ciò è dimostrato dall’aumento degli internazionalismi, parole che ricorrono in diverse lingue, assumendo lo stesso significato ovvero un significato affine. La pronuncia è spesso la stessa e l’ortografia delle parole è assai simile. La diffusione degli internazionalismi è un fenomeno interessante, in quanto non conosce confini, né geografici, tanto meno linguistici. Ci sono parole che vengono comprese in ogni continente. Hotel è un ottimo esempio di un vocabolo presente in quasi tutto il mondo. Molti internazionalismi provengono dalle scienze. Anche i tecnicismi si diffondono rapidamente in tutto il mondo. Gli internazionalismi antichi hanno una radice comune e hanno avuto origine a partire dalla stessa parola. Solitamente essi si fanno risalire ai prestiti, vocaboli semplicemente accettati in altre lingue. Nel processo di trasferimento, la sfera culturale riveste una grande importanza. Ogni civiltà ha, infatti, le proprie tradizioni, le quali non sempre permettono alle nuove scoperte di affermarsi in ogni paese. Sono le norme culturali a determinare cosa acquisire dall’esterno. Alcuni oggetti sono presenti solo in alcune parti della terra, mentre altri si diffondono assai velocemente in tutto il mondo. Solo la loro diffusione renderà noti i sostantivi che li designano. E’ questo fenomeno che rende gli internazionalismi così interessanti! Andiamo alla scoperta delle lingue e scopriremo anche le culture!
     

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    Il pensiero e la lingua
    La nostra lingua influisce sul nostro pensiero. Quando pensiamo, “parliamo” con noi stessi. Ciò vuol dire che la lingua influenza il nostro modo di vedere le cose. Ma, si può dire che tutti noi, pur parlando lingue diverse, pensiamo allo stesso modo? O forse, pensiamo diversamente, perché parliamo lingue diverse? Ogni popolo ha il suo vocabolario, che spesso non comprende alcune voci o parole. Ci sono popoli che non fanno distinzione fra il colore blu e verde ed i parlanti utilizzano lo stesso vocabolo per indicare i due colori. E sono meno bravi di altri popoli a riconoscere i colori! Non sanno identificare le sfumature e i colori misti ed hanno problemi a descrivere i colori. Altre lingue hanno solo pochissimi numerali. I parlanti di queste lingue sono meno bravi a contare. Poi, ci sono lingue che non conoscono la destra e la sinistra. In questo caso, i parlanti usano le parole nord e sud, est ed ovest. Pertanto, hanno un’ottima capacità di orientamento, ma non concepiscono l’idea della destra e della sinistra. Naturalmente sul nostro pensiero influisce non soltanto la nostra lingua, ma anche il nostro ambiente e la vita quotidiana. Allora, qual è il ruolo della lingua? Pone dei limiti al nostro pensiero? Oppure abbiamo solo vocaboli per ciò che pensiamo? Qual è la causa, quale l’effetto? Tutte queste domande non hanno ancora trovato una risposta e vedono impegnati studiosi della ragione umana e linguisti. Il tema interessa tutti noi… Tu sei la lingua che parli?
     

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    Le famiglie di lingue
    Circa 7000 milioni di persone popolano la terra e parlano più o meno 7000 lingue. Le lingue, come le persone, possono essere imparentate fra loro. Ciò vuol dire che originano da una lingua comune. Tuttavia, ci sono anche lingue totalmente isolate dalle altre, geneticamente non imparentate con nessun’altra lingua. In Europa, il basco è un esempio di lingua isolata. La maggior parte delle lingue ha invece genitori, fratelli e sorelle ed appartiene, pertanto, ad una determinata famiglia di lingue. Facendo dei confronti, si comprende quanta affinità vi sia tra le lingue. I glottologi riconoscono circa 300 unità genetiche, cui afferiscono 180 famiglie, costituite da più di una lingua. Le altre sono 120 lingue isolate. La più grande famiglia linguistica è quella indogermanica e comprende circa 280 lingue, tra cui quelle romanze, germaniche e slave. Si stimano più di 3000 milioni di parlanti in tutti i continenti! La famiglia linguistica sino-tibetana predomina in Asia e comprende più di 1300 milioni di parlanti. Il cinese è la lingua sino-tibetana più importante. In Africa si trova la terza famiglia linguistica più importante, che prende il nome dal territorio in cui insiste, Niger-Congo. Questa famiglia comprende “soltanto” 350 milioni di parlanti all’incirca e lo swahili è la lingua più importante. In definitiva, vale il concetto: maggiore è la parentela linguistica, maggiore la comprensione. Le persone che parlano lingue affini si capiscono bene e possono imparare l’altra lingua in tempi relativamente brevi. Per questo, imparate le lingue – gli incontri di famiglia sono sempre belli!
     

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    La lingua artificiale Esperanto
    Oggi l’inglese è la lingua più importante nel mondo, utilizzata dalle persone per comprendersi e comunicare. Anche altre lingue mirano a raggiungere questo status, per es., le lingue artificiali. Esse sono state concepite ed elaborate seguendo uno specifico progetto di ideazione. Per realizzare le lingue artificiali, sono stati fusi elementi di diverse lingue. In questo modo, la maggior parte delle persone è in grado di apprenderle. L’obiettivo di tutte le lingue artificiali è infatti la comunicazione internazionale. La lingua più nota è l’Esperanto, introdotta a Varsavia per la prima volta nel 1887. Il fondatore era il Dottor Ludwik L. Zamenhof. Questi riteneva che la causa principale della discordia fosse legata ai problemi di comunicazione. Per tale ragione, voleva creare una lingua che avvicinasse tutti i popoli e con la quale tutti potessero esprimersi da persone eguali e con gli stessi diritti. Lo pseudonimo del Dottore era Dr. Esperanto, Dottor Sperante, il che mostra quanto questi credesse nel proprio sogno. L’idea della comunicazione universale è comunque molto più antica. Sino ad oggi sono stati sviluppati molti progetti di lingua artificiale, i quali perseguono obiettivi come la tolleranza ed i diritti umani. Oggi, l’esperanto è parlato in più di 120 paesi, anche se attira numerose critiche. Il 70% dei vocaboli è, per esempio, di origine romanza, benché subisca chiare influenze indoeuropee. I parlanti lo utilizzano durante i congressi e all’interno di associazioni; in più, in questa lingua si tengono regolarmente anche incontri e presentazioni. Allora, vi è venuta voglia di imparare l’Esperanto? Ĉu vi parolas Esperanton? – Jes, mi parolas Esperanton tre bone!
     
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