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I neonati imparano le regole grammaticali
I bambini crescono ed apprendono velocemente. Gli studi in materia non hanno ancora chiarito come avvengano i processi di apprendimento. Questi ultimi sono così automatici, che i bambini non si rendono neanche conto che il loro apprendimento avviene giorno dopo giorno. Questo fenomeno riguarda anche la lingua. Nei primi mesi di vita i neonati sanno solo strillare; dopo 2 mesi, imparano ad articolare brevi parole. Le parole brevi diventano presto delle frasi e arriva un momento in cui il bambino impara la lingua madre. Negli adulti, l’apprendimento segue un percorso diverso e si basa sullo studio di libri o di altro materiale. Solo in questo modo, gli adulti riescono ad imparare le regole grammaticali. I neonati, a quanto pare, imparerebbero le regole grammaticali già all’età di quattro mesi. I ricercatori hanno somministrato ad alcuni bambini tedeschi le regole grammaticali di una lingua straniera, l’italiano. Le frasi contenevano determinate strutture sintattiche. I bambini ascoltavano per quindici minuti le frasi corrette. Dopo averle imparate, ai neonati venivano presentate di nuovo queste frasi, ma non tutte erano corrette. Durante l’ascolto delle frasi, venivano misurate le loro onde cerebrali, per valutare la reazione del cervello nei confronti delle frasi. In questo caso, i neonati presentavano diversi gradi di attività mentale. Anche se avevano imparato le frasi solo da poco, riuscivano ad identificare gli errori. Naturalmente non erano in grado di capire perché le frasi fossero errate. Seguivano semplicemente il modello dei suoni presentati. Questo basta per apprendere una lingua - almeno nel caso dei neonati …
 
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    Lo spagnolo
    Lo spagnolo è una delle lingue più importanti nel mondo, parlata da circa 380 milioni di persone. A queste si aggiungono coloro per i quali lo spagnolo è la seconda lingua. I dati testimoniano l’importanza mondiale della lingua spagnola, la più vasta delle lingue romanze. Gli iberici definiscono la propria lingua spagnolo o castigliano. La parola castigliano indica l’origine dello spagnolo, lingua volgare parlata nella regione Castiglia. Moltissimi spagnoli parlavano il castigliano già nel sedicesimo secolo. Oggi, spagnolo e castigliano sono diventati dei sinonimi. Queste parole hanno anche una connotazione politica. Le conquiste e la colonizzazione hanno contribuito a diffondere la lingua spagnola, perfino nell’Africa occidentale e nelle Filippine. Molti ispanici vivono anche in America. In America centrale e in Sudamerica lo spagnolo è la lingua dominante. Anche negli USA cresce il numero dei parlanti di lingua spagnola; si tratta di circa 50 milioni di persone. Più che in Spagna! Lo spagnolo parlato in America è diverso da quello parlato in Europa, soprattutto per quanto concerne il vocabolario e la grammatica. Per fare un esempio, in America si usa un’altra forma verbale per esprimere il passato. Anche il vocabolario presenta svariate differenze: alcune parole si usano in America, ma non in Spagna. Anche in America non esiste una sola lingua spagnola, bensì diverse varianti dello spagnolo americano. Dopo l’inglese, lo spagnolo è la lingua più imparata nel mondo. Non è molto difficile. Cosa aspettate ad impararlo? ¡Vamos!
     

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    Dai gesti alla lingua
    Quando parliamo o ascoltiamo, il nostro cervello si attiva. E’impegnato ad elaborare i segnali della lingua. Anche i gesti e i simboli sono dei segnali, anzi, anticipano il linguaggio umano. Alcuni gesti vengono compresi in tutte le culture, altri sono diversi e vanno appresi. I gesti e i simboli vengono elaborati così come la lingua e ciò avviene nello stesso emisfero cerebrale. A questo risultato è giunto uno studio che ha preso in esame un gruppo di persone, cui veniva chiesto di guardare delle videoclip. Durante la visione, veniva misurata la loro attività cerebrale. Alcune clip rappresentavano movimenti, simboli ed elementi linguistici. L’altro gruppo di persone doveva guardare videoclip prive di significato, di gesti, simboli ed altro. Misurando l’attività cerebrale, i ricercatori studiavano cosa veniva elaborato e dove avveniva. Inoltre, potevano comparare l’attività cerebrale dei due gruppi. Tutte le cose provviste di un significato venivano elaborate nella stessa area del cervello. Il risultato di questo interessante esperimento mostra come avviene l’apprendimento della lingua nel cervello. All’inizio, l’uomo comunica con i gesti, poi passa ad utilizzare la lingua e ad elaborare i gesti. In tal modo, si rinnova ciò che si è già appreso …
     

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    Come fa il cervello ad imparare la grammatica?
    Si comincia ad imparare la lingua madre già da neonati. Ciò avviene in modo del tutto automatico. Non ce ne accorgiamo neanche! Quando impariamo, il nostro cervello deve attivarsi e fare molti sforzi. Ogni giorno ascoltiamo delle cose per la prima volta e riceviamo nuovi impulsi. Il cervello non è in grado di elaborare ogni singolo impulso; deve operare un’economia delle scelte. Dapprima segue le regolarità, ricorda ciò che ascolta più spesso e registra il regolare svolgimento degli eventi. Partendo da questi dati, cominciano a delinearsi le regole grammaticali. I bambini sanno già se una frase è corretta o sbagliata, ma non sanno dire perché. Il loro cervello conosce le regole, anche se non le ha imparate formalmente. Gli adulti imparano le lingue in un altro modo. Conoscono già le strutture della propria lingua e si servono di queste ultime per imparare le regole grammaticali di un’altra lingua. Per apprendere, hanno bisogno di studiare. Quando il cervello impara la grammatica, dispone di un sistema ben definito, fa affidamento, per esempio, su nomi e verbi. Questi dati vengono memorizzati in diverse aree cerebrali, che si attivano quando debbono essere elaborati. Le modalità di apprendimento differiscono a seconda della complessità delle regole. Se le regole sono complesse, diverse aree cerebrali si attivano tutte allo stesso tempo. Tuttavia, non è chiaro come il cervello apprenda la grammatica. Si sa solo che, in teoria, tutte le grammatiche si possono imparare.
     

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    Come imparare due lingue allo stesso tempo
    Le lingue straniere hanno un peso sempre maggiore e ciò spinge tante persone ad impararne una. Di lingue ce ne sono tante nel mondo e qualcuno preferisce impararne più di una allo stesso tempo. Se i bambini crescono bilingui, non avranno problemi. Il loro cervello sarà in grado di apprendere due lingue in modo automatico. Quando crescono, i bilingui sapranno riconoscere le caratteristiche delle due lingue. Negli adulti, il processo non è così automatico. Innanzitutto, non è molto semplice imparare due lingue nello stesso tempo. Nell’apprendere due idiomi, bisogna rispettare le loro regole. Magari può essere importante procedere ad una comparazione delle due lingue. Quelle che appartengono alla stessa famiglia linguistica sono simili fra loro. Questa somiglianza può causare anche confusione. Per questo, sarebbe meglio analizzare correttamente la struttura delle due lingue, approntare una lista delle loro peculiarità, delle somiglianze e delle differenze. In tal modo, il cervello potrà lavorare in modo intenso sulle due lingue, riconoscendo le loro peculiarità. Si potrebbero anche distinguere le due lingue, usando colori diversi o raccoglitori. Quando non vi è parentela linguistica fra gli idiomi, il pericolo di confondersi dovrebbe essere minore. Spesso si fa l’errore di comparare due lingue assai diverse, mentre sarebbe più produttivo operare un confronto fra lingua straniera e lingua madre, dal momento che il cervello riconosce il contrasto ed apprende più velocemente. E’ anche importante imparare le due lingue in modo intenso. Per il cervello è la stessa cosa impararne una o tante …
     

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    Le lingue dell’Unione Europea
    Più di 25 Stati fanno parte dell’Unione Europea. In futuro se ne aggiungeranno altri. L’ingresso di un nuovo paese si accompagna anche a quello di una nuova lingua ufficiale. Al momento si contano più di 20 lingue e tutte godono dello stesso status. La diversità linguistica è un fenomeno affascinante, ma può anche arrecare dei problemi. I più scettici ritengono che tutte queste lingue ostacolino una collaborazione efficiente all’interno dell’Unione Europea. Altri ritengono che dovrebbe esserci una sola lingua veicolare. Non sarebbe certo semplice scegliere una lingua ufficiale. In più, gli altri paesi si sentirebbero svantaggiati, oltre al fatto che non esiste una lingua neutrale in Europa. Anche adottare lingue ufficiali come l’esperanto non funzionerebbe. Poiché in ogni lingua si riflette la cultura di un dato paese, nessuno di essi vuole rinunciare alla propria lingua e ad un pezzo della propria identità. La politica linguistica è un elemento importante nell’agenda dell’Unione Europea, dove esiste anche un commissario per il multilinguismo. L’Unione Europea ha i suoi traduttori e interpreti in tutto il mondo. Circa 3500 persone lavorano per rendere possibile la comunicazione. Nonostante ciò, non si può tradurre ogni atto e ogni documento. Ciò richiederebbe troppo tempo e troppi soldi. Per questo motivo, molti degli atti vengono tradotti soltanto in alcune lingue. Il multilinguismo è una delle grandi sfide dell’Unione Europea: unire l’Europa, senza rinunciare all’identità di ciascun popolo.
     

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    La lingua e la matematica
    Pensare e parlare sono due attività complementari, che si influenzano reciprocamente. Le strutture linguistiche incidono sulle strutture del pensiero. In alcune lingue non esistono parole per indicare le cifre. Pertanto, i parlanti non comprendono il concetto di cifra o numero. La matematica e la lingua si completano a vicenda e anche le loro strutture sono piuttosto simili. Alcuni ricercatori ritengono che l’elaborazione dei dati linguistici e matematici sia affine e che il centro della parola sia attivo anche per la matematica, aiutando il cervello ad eseguire i calcoli. Gli studi più recenti hanno evidenziato ben altre conclusioni. Il nostro cervello potrebbe elaborare le informazioni matematiche, senza alcuna correlazione con quelle linguistiche. Tali studi si sono concentrati su un campione di tre individui, che riportavano delle lesioni a livello cerebrale. Anche il centro della parola non risultava illeso. Questi individui presentavano notevoli difficoltà a parlare correttamente, non riuscivano a formulare semplici frasi e a comprendere le parole. Dopo l’esperimento, veniva chiesto loro di risolvere dei calcoli, di cui alcuni erano piuttosto difficili. Nonostante la difficoltà, questi individui ci sono riusciti. Il risultato di questo interessante studio mostra che la matematica non segue il codice linguistico. La matematica e la lingua potrebbero avere una base comune; l’elaborazione delle informazioni potrebbe cominciare da uno stesso punto, ma la matematica non deve essere tradotta prima in parole. Magari lo sviluppo della lingua e della matematica avviene di pari passo … Comunque, anche se il cervello dimostra la stessa prontezza, la matematica e la lingua vivono separate l’una dall’altra.
     

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    I giovani e gli anziani non apprendono allo stesso modo
    Mentre i bambini imparano le lingue rapidamente, gli adulti ci impiegano più tempo. I bambini non imparano, però, meglio degli adulti. Imparano diversamente. Nell’apprendimento delle lingue, il cervello è chiamato a compiere molte operazioni ed apprendere tante cose insieme. Quando si impara una lingua, non si può solo riflettere su come usarla, ma anche imparare a pronunciarne le parole. Inoltre, gli organi deputati alla parola debbono imparare a muoversi diversamente. Il cervello deve imparare a reagire a nuove situazioni. Comunicare in una lingua straniera è una vera e propria sfida. L’apprendimento linguistico negli adulti dipende dalla loro età. A 20 o 30 anni si riesce ad imparare tutti i giorni. Non si fa tanta fatica a studiare ed andare a scuola. Il cervello è molto allenato e le lingue si possono imparare ancora ad un livello piuttosto elevato. Le persone dai 40 ai 50 anni hanno già imparato tantissime cose. Il cervello si serve di queste cognizioni, per combinare tutto ciò che già conosce con i nuovi contenuti. A quest’età, si riescono ad imparare bene le cose di cui si possiede già qualche cognizione. Per esempio, si possono imparare le lingue affini a quelle già apprese in passato. A 60 o 70 anni, si ha molto tempo a disposizione. Ci si può esercitare tanto, cosa importantissima per chi vuole imparare le lingue. Le persone più anziane, ad esempio, riescono ad imparare molto bene gli altri sistemi di scrittura. Insomma, ad ogni età si può imparare. Il cervello è sempre in grado di produrre altre cellule nervose, anche dopo la pubertà. Tra l’altro, lo fa volentieri …
     

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    Imparare le lingue con internet
    Sempre più gente impara le lingue straniere con internet. Imparare on-line è molto diverso dai vecchi sistemi ideati per apprendere le lingue straniere. Inoltre, ha anche i suoi vantaggi! L’utente stabilisce quando vuole studiare, può decidere quale argomento imparare, quanto tempo al giorno studiare. Lo studio on-line è di tipo intuitivo. Questo vuol dire che si impara la lingua straniera in modo molto naturale, come la imparerebbero i bambini oppure come si imparerebbe in vacanza. L’utente lavora su situazioni simili alla realtà, impara diverse nozioni in diversi contesti. Lo studio è molto attivo e prevede l’utilizzo di cuffie e microfono. Si può anche parlare con i madrelingua, analizzare la propria pronuncia e migliorare sempre di più. Si può comunicare con gli altri all’interno di comunità virtuali. Internet offre la possibilità di imparare con dinamismo. Con le nuove tecnologie digitali si può imparare la lingua ovunque. Questo sistema di apprendimento non è inferiore ai sistemi più tradizionali. Se i programmi sono fatti per bene, possono essere molto efficienti. L’importante è che il programma on-line non sia troppo colorato! Troppa animazione potrebbe distogliere l’attenzione del discente dallo studio della lingua. Il cervello deve elaborare ogni singolo impulso e ciò rischia di sovraccaricare la memoria. Per tale motivo, a volte è meglio imparare in tutta tranquillità sui libri. Però, se si combinano i due metodi, si possono fare subito tanti progressi …
     

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    Più ti concentri, più impari
    Durante lo studio, occorre essere concentrati. Tutta la nostra attenzione deve essere diretta verso ciò che vogliamo apprendere. La capacità di concentrarsi non è innata, ma si può imparare, prima in asilo, poi a scuola. A sei anni, i bambini sono capaci di concentrarsi per circa 15 minuti. A quattordici, per 30 minuti. Negli adulti, la fase di concentrazione dura circa 45 minuti. Successivamente comincia a diminuire e il discente perde progressivamente il proprio interesse nei confronti dell’argomento che sta apprendendo. La stanchezza o lo stress possono rendere faticoso l’apprendimento, mentre la memoria non riesce più a fissare in modo saldo le nuove informazioni. Comunque, la concentrazione si può migliorare! L’importante è dormire abbastanza. Chi è stanco, infatti, non riesce a rimanere concentrato a lungo. In più, la possibilità di fare errori aumenta. Va osservato che anche le emozioni influiscono sulla concentrazione. Per apprendere bene, bisognerebbe non farsi prendere dalle emozioni. Troppe emozioni positive o negative possono incidere sull’apprendimento. Per questo motivo, bisogna controllarle ed imparare ad ignorarle durante lo studio. Chi vuole concentrarsi, deve essere motivato e porsi sempre un obiettivo da raggiungere. Solo così, il nostro cervello si sentirà pronto a concentrarsi. In ultima istanza, un ambiente tranquillo non può che essere favorevole. Bere tanta acqua aiuterà la persona a tenersi sveglia … Chi seguirà tutti questi consigli, rimarrà concentrato a lungo!
     
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